Kabul, la Folgore, gli innocenti, gli imbecilli.
Alcuni nostri soldati hanno perso la vita in Afghanistan: ok, è accaduto. In guerra occorre mettere in conto anche questo. Pertanto non mi assocerò né ai lamenti, né alle polemiche di questi giorni. Certamente sono dispiaciuto, soprattutto per il dolore che ha colpito le famiglie dei militari, ma a mio avviso, il miglior modo di onorare i paracadutisti deceduti è andare avanti, rinforzando la missione in quei territori.
D’altra parte, se l’offensiva contro il terrorismo fondamentalista ha provocato parecchi morti tra i militari della coalizione, i talebani non cantano certamente vittoria: vengono sistematicamente annientati in battaglia; i risultati più rilevanti, ma solo dal punto di vista mediatico, li ottengono solamente quando i servizi di intelligence falliscono, le informative tardano o non sono dettagliate, e le bombe scoppiano.... Sono vittorie di Pirro che a nulla varrebbero se non fossero così enfatizzate dalla stampa occidentale che per altro non tralascia mai di porre enfasi anche sul numero dei civili o presunti tali, uccisi durante le incursioni delle forze alleate.
Già i civili, altro punto dolente di questa guerra.
Chi chiede con forza l’abbandono dell’Afghanistan al suo destino, non si stanca di rammentarci il costo di quella guerra in vite “innocenti” . Ma la stampa cosiddetta “umanitaria” ed i pacifisti/finti fingono di ignorare un particolare assai importante della guerra asimmetrica dei maomettani (tutti): l’utilizzo degli “innocenti” come scudi umani.
Non mi stancherò di ripeterlo: dall”Iraq, alla Somalia, all’Afghanistan, a Gaza, bambini, donne, anziani, sono soltanto degli strumenti nelle mani di quelle bestie.
L’impatto emotivo che la morte dei civili suscita tra gli occidentali è già un trionfo per loro.
Apro una parentesi, perché a questo proposito mi torna alla mente la battaglia che avvenne a Mogadiscio nel 1993, quando una pattuglia di carri italiani di ritorno da una missione, rimase intrappolato tra le barricate alzate immediatamente dopo il loro passaggio, ed una folla di donne e bambini urlanti che fungevano da scudo ai miliziani. Questi ultimi, così protetti, furono in grado di martellare incessantemente i militari italiani con colpi di kalashnikov e di RPG.
Gli italiani avrebbero annichilito facilmente quel fronte di fuoco, ma dagli alti comandi (ben sicuri nelle loro roccaforti) giunse l’ordine di non rispondere con le armi pesanti, per il timore di provocare una strage tra i civili.
E’ chiaro che ciò era stato accuratamente calcolato dalle milizie di Aidid.
Quando si aprirono nuovi fronti offensivi, e alcune squadre italiane, con molti feriti, vennero circondate dai miliziani, si impedì nuovamente il ricorso alle mitragliatrici, mentre si comandò alle unità incursori di eliminare i centri di fuoco.
Durante una di queste azioni (suicide) morì l’ottimo sottufficiale e paracadutista da sempre Stefano Paolicchi.
Poi la situazione prese una piega diversa: i miliziani ricevettero nuovi rinforzi e gli italiani persero inspiegabilmente il contatto radio con gli “alti comandi”. Questo ultimo fatto fu decisivo per la sorte di quella battaglia, perché autonomamente si decise di proteggere i soldati accerchiati ed i feriti utilizzando la valida copertura di fuoco delle mitragliatrici M-60 e dei TOW dell’elicottero A 129, che dall’alto seguiva le operazioni.
Alla fine della giornata gli italiani ripiegarono ormai in sicurezza, ma tre di loro erano morti, mentre 19 furono i feriti. Tuttavia il bilancio delle perdite delle bestie di Aidid fu molto pesante: più di 200 morti, compresi anche qualche decina di civili di cui penso che sinceramente ”non se ne fregò nessuno” (e va bene così).
Chiusa parentesi.
Come ho già scritto in un precedente post, l’utilizzo di civili come scudi umani non significa che i maomettani siano anche dei vigliacchi: si può testimoniare di molti casi in cui i musulmani si sono comportati da leoni in battaglia, cioè la minore esperienza sul campo veniva compensata dal loro coraggio (e dall’incoscienza).
Per contro, molti occidentali che conoscono il problema, sono indotti a credere che la vita delle donne e dei bambini non abbia alcun valore per i musulmani e che pertanto siano facilmente sacrificabili. Secondo me non è esattamente così: un valore ce l’hanno, perché sia se vengono uccisi, sia se la loro presenza dissuade gli avversari dal rispondere al fuoco (come accadde a Mogadiscio), apportano comunque un vantaggio fondamentale.
Intendiamoci, tutto ciò è soltanto il prodotto di una civiltà barbara che noi non possiamo comprendere a fondo utilizzando il metro della nostra cultura.
Vorrei anticipare l’oggetto del prossimo post, ritornando per un attimo ai morti italiani a Kabul, ma soltanto per ricordare alcuni giudizi espressi da persone che d’umano hanno poco, magari l’aspetto esteriore, ma il loro cervello (se esiste) a mio avviso, è certamente più simile ad un maleodorante cesso alla turca con problemi di intasamento.
Queste persone in verità sono più bestie delle bestie fondamentaliste, perché pur essendo italiani, trovano conforto nel sapere che degli italiani come loro (che chiamano “fascistelli e mercenari”), sono morti in Afghanistan.
Sinceramente mi chiedo come sia possibile che i nazisti subumani che scrivono su questa cloaca, non si rendano conto che le parole sono importanti e le conseguenze di frasi avventate, possono essere imprevedibili. Forse aldilà di quanto quelle bestie possano immaginare.
Per mio conto, mi preme aggiungere che negli anni trascorsi nella Folgore non mi sono mai scontrato con fascistelli o mercenari*1, ma con professionisti che, nella quasi totalità dei casi*2, me compreso, avevano abbracciato il mestiere delle armi per motivi ideali e non politici.
D’altra parte, se l’offensiva contro il terrorismo fondamentalista ha provocato parecchi morti tra i militari della coalizione, i talebani non cantano certamente vittoria: vengono sistematicamente annientati in battaglia; i risultati più rilevanti, ma solo dal punto di vista mediatico, li ottengono solamente quando i servizi di intelligence falliscono, le informative tardano o non sono dettagliate, e le bombe scoppiano.... Sono vittorie di Pirro che a nulla varrebbero se non fossero così enfatizzate dalla stampa occidentale che per altro non tralascia mai di porre enfasi anche sul numero dei civili o presunti tali, uccisi durante le incursioni delle forze alleate.
Già i civili, altro punto dolente di questa guerra.
Chi chiede con forza l’abbandono dell’Afghanistan al suo destino, non si stanca di rammentarci il costo di quella guerra in vite “innocenti” . Ma la stampa cosiddetta “umanitaria” ed i pacifisti/finti fingono di ignorare un particolare assai importante della guerra asimmetrica dei maomettani (tutti): l’utilizzo degli “innocenti” come scudi umani.
Non mi stancherò di ripeterlo: dall”Iraq, alla Somalia, all’Afghanistan, a Gaza, bambini, donne, anziani, sono soltanto degli strumenti nelle mani di quelle bestie.
L’impatto emotivo che la morte dei civili suscita tra gli occidentali è già un trionfo per loro.
Apro una parentesi, perché a questo proposito mi torna alla mente la battaglia che avvenne a Mogadiscio nel 1993, quando una pattuglia di carri italiani di ritorno da una missione, rimase intrappolato tra le barricate alzate immediatamente dopo il loro passaggio, ed una folla di donne e bambini urlanti che fungevano da scudo ai miliziani. Questi ultimi, così protetti, furono in grado di martellare incessantemente i militari italiani con colpi di kalashnikov e di RPG.
Gli italiani avrebbero annichilito facilmente quel fronte di fuoco, ma dagli alti comandi (ben sicuri nelle loro roccaforti) giunse l’ordine di non rispondere con le armi pesanti, per il timore di provocare una strage tra i civili.
E’ chiaro che ciò era stato accuratamente calcolato dalle milizie di Aidid.
Quando si aprirono nuovi fronti offensivi, e alcune squadre italiane, con molti feriti, vennero circondate dai miliziani, si impedì nuovamente il ricorso alle mitragliatrici, mentre si comandò alle unità incursori di eliminare i centri di fuoco.
Durante una di queste azioni (suicide) morì l’ottimo sottufficiale e paracadutista da sempre Stefano Paolicchi.
Poi la situazione prese una piega diversa: i miliziani ricevettero nuovi rinforzi e gli italiani persero inspiegabilmente il contatto radio con gli “alti comandi”. Questo ultimo fatto fu decisivo per la sorte di quella battaglia, perché autonomamente si decise di proteggere i soldati accerchiati ed i feriti utilizzando la valida copertura di fuoco delle mitragliatrici M-60 e dei TOW dell’elicottero A 129, che dall’alto seguiva le operazioni.
Alla fine della giornata gli italiani ripiegarono ormai in sicurezza, ma tre di loro erano morti, mentre 19 furono i feriti. Tuttavia il bilancio delle perdite delle bestie di Aidid fu molto pesante: più di 200 morti, compresi anche qualche decina di civili di cui penso che sinceramente ”non se ne fregò nessuno” (e va bene così).
Chiusa parentesi.
Come ho già scritto in un precedente post, l’utilizzo di civili come scudi umani non significa che i maomettani siano anche dei vigliacchi: si può testimoniare di molti casi in cui i musulmani si sono comportati da leoni in battaglia, cioè la minore esperienza sul campo veniva compensata dal loro coraggio (e dall’incoscienza).
Per contro, molti occidentali che conoscono il problema, sono indotti a credere che la vita delle donne e dei bambini non abbia alcun valore per i musulmani e che pertanto siano facilmente sacrificabili. Secondo me non è esattamente così: un valore ce l’hanno, perché sia se vengono uccisi, sia se la loro presenza dissuade gli avversari dal rispondere al fuoco (come accadde a Mogadiscio), apportano comunque un vantaggio fondamentale.
Intendiamoci, tutto ciò è soltanto il prodotto di una civiltà barbara che noi non possiamo comprendere a fondo utilizzando il metro della nostra cultura.
Vorrei anticipare l’oggetto del prossimo post, ritornando per un attimo ai morti italiani a Kabul, ma soltanto per ricordare alcuni giudizi espressi da persone che d’umano hanno poco, magari l’aspetto esteriore, ma il loro cervello (se esiste) a mio avviso, è certamente più simile ad un maleodorante cesso alla turca con problemi di intasamento.
Queste persone in verità sono più bestie delle bestie fondamentaliste, perché pur essendo italiani, trovano conforto nel sapere che degli italiani come loro (che chiamano “fascistelli e mercenari”), sono morti in Afghanistan.
Sinceramente mi chiedo come sia possibile che i nazisti subumani che scrivono su questa cloaca, non si rendano conto che le parole sono importanti e le conseguenze di frasi avventate, possono essere imprevedibili. Forse aldilà di quanto quelle bestie possano immaginare.
Per mio conto, mi preme aggiungere che negli anni trascorsi nella Folgore non mi sono mai scontrato con fascistelli o mercenari*1, ma con professionisti che, nella quasi totalità dei casi*2, me compreso, avevano abbracciato il mestiere delle armi per motivi ideali e non politici.
- approfondiremo
- ho certamente incontrato dei militari (pochi) che avevano scelto di arruolarsi per necessità, o perché "conquistati" dal posto statale. "Che ci 'vuo fa' "
2 comments:
Ho dato un'occhiata alla "cloaca" e mi è tornato su il pranzo. Avresti dovuto avvertire i lettori di questo pericolo!
Guarda, non so chi mi fa più schifo tra questa feccia e quella maomettana.
Battute a parte... io non sono molto d'accordo sul rinforzare la missione. Questo è il mio semplice punto di vista, sia chiaro... Ma non capisco la ragione di andare laggiù. Se è per "esportare la democrazia", mi sembra un'assurdità totale, perchè sarebbe come se noi con la nostra mentalità moderna andassimo a dire ad un'Europa medievale dove sta sbagliando. Sarebbe inutile e rischieremmo il collo per nulla.
Beh, è un discorso un po' lungo da fare qui, ma tant'è... Se il motivo è "difenderci" da quei pazzi scriteriati, credo sarebbe più utile "giocare in difesa" e non certo a casa loro, dove il territorio è la versione desertica del Vietnam. Della serie che proprio non abbiamo speranze.
Sì, magari ne facciamo fuori a centinaia, ma quelli sono talmente fuori di testa che per ogni caduto ne spuntano due pronti a raggiungere il primo. Per me è una strada senza uscita, perchè non si tratta di eliminare un numero preciso di pazzi: lì c'è da cambiare un'intera mentalità vecchia di millenni e se continuiamo così non finirà mai.
Un'altro punto per me fondamentale è il fatto che se un popolo non è in grado di ribellarsi da solo, è controproducente mandarne un altro per salvargli il culo. Se adesso i loro politici, il loro esercito e la loro polizia non sono in grado di fare minimamente il proprio dovere per difendere i civili e quella pseudo-democrazia che stanno tentando di metter su (senza nemmeno capirne il significato), c'è ben poco da istruirli!
In definitiva, per me sarebbe meglio "giocare in difesa", richiamare tutti i nostri soldati e usarli piuttosto per schierarli sulle coste, sui confini e via dicendo... Perchè noi non ce ne accorgiamo, ma intanto che le nostre truppe stanno a farsi saltare in aria da quei bastardi a migliaia di chilometri da qui, gli elementi più pericolosi arrivano tranquillamente in aereo e ci fregano dall'interno.
Mi fa piacere leggerti, ma non sono d'accordo su molti punti del tuo commento. Non penso che noi siamo in Afghanistan soltanto per salvare il culo ai maomettani più sfortunati. Ma sono convinto che uscirne senza umiliare i fondamentalisti sia un gravissimo errore, che potremmo pagare amaramente proprio a casa nostra.
D'altra parte, se perdiamo tanto tempo in Afghanistan è a causa anche della scarsa determinazione che diminuisce soprattutto quando muoiono dei civili o dei nostri soldati. A pensarci bene, l'occidente potrebbe vincere tutte le guerre, se al suo interno non si ascoltassero le inutili voci di una bislacca e squallida coscienza finto-pacifista che rallentando la guerra, aggrava solo la sofferenza.
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