Viaggio nei Balcani
Altro giro, altro viaggio nei Paesi dell’ex Jugoslavia. Il tempo passa ed il blog non s’aggiorna!
E’ inutile giustificarsi, ma ho mille impegni che occupano almeno due o tre ore in più del giorno solare. Ergo, non riesco a farvi fronte. Ma devo, poiché nessuno mi paga stipendi o sussidi, e se voglio mangiare e somministrare pappe ai miei voraci lupi, ho l’obbligo di impegnarmi a fondo.
Amo la Bosnia, la conosco da secoli e ci sto bene. Ma anche la Serbia mi affascina. In verità, all’inizio dei miei viaggi in Serbia e Kossovo, non mi sentivo molto tranquillo, inoltre l’ amico croato che spesso viaggia con me, era guardato con sospetto: qualcuno più di una volta l’ha chiamato ustaša, ma infine, quando si collabora insieme, si diventa tutti amici.
Solo pochi anni fa non era così: per fortuna il tempo smussa gli spigoli taglienti ed i brutti ricordi restano sopiti (purtroppo non si cancellano).
Un amico serbo mi chiede come mai al suo Paese non sia permesso l’ingresso in Europa. Lo capisco. Sebbene alcune aziende francesi ed italiane siano presenti in Serbia (Diavolo! La Golden Lady ha una fabbrica a Valjevo), Il Paese se la passa male, soffre ancora per le sanzioni di dieci anni fa e la sua condizione economica sembra non avere delle buone prospettive future, se non rientrerà nella lista dei candidati UE.
Il fatto è che i colloqui per il pre- ingresso sono già in atto (da mò), e da Bruxelles alcuni (non tutti) credono che il Paese balcanico diventerà candidato nel 2008. Ciò porterà certamente ad un’accelerazione negli investimenti di capitali stranieri e la Serbia comincerà a vedere la “luce”, ancor prima di entrare definitivamente in Europa.
Tuttavia c’è un “ma”: vi sono tuttora delle resistenze da ambo le parti. In effetti, la questione dei crimini di guerra e più che mai attuale a Bruxelles, dove si richiede come atto di buona volontà il recupero e la consegna di criminali come il generale Mladić. Inoltre, rimane aperta la questione del Kossovo. I recenti negoziati di Vienna hanno portato ad un nulla di fatto tra Pristina e Belgrado. In soldoni, in 14 mesi di negoziazioni, il marzo scorso Martti Ahtisaari, incaricato dall’ONU per la supervisione dei negoziati, ha stilato un piano in cui si prevede l’indipendenza di quella sfigata regione della Serbia, ed una larga autonomia per la minoranza serba. Purtroppo, il piano è stato rifiutato in toto dal governo di Belgrado.
Come finirà?
Spero che riguardo all'indipendenza del Kossovo la Serbia ci ripensi. Anzi, a questo proposito, credo che i politici di Belgrado farebbero bene a promuovere un referendum, in quanto sono abbastanza certo che più della metà dei serbi voterebbe per l’abbandono di questa regione, oramai ricca solo di mafia e delinquenza.
Come già detto, per alcuni la prospettiva di una Serbia candidata all’UE tra un anno non è fantasia e a Bruxelles si lavora per cercare di ammorbidire le posizioni più intransigenti.
Certo è che anche il Governo serbo dovrebbe cercare delle soluzioni per riavvicinarsi all’Europa e queste dovrebbero passare per il destino futuro del Kossovo.
Che posso aggiungere?
Ha dannatamente ragione.
1 comment:
Ecco, leggendo stavo proprio pensando a quello che poi hai detto alla fine. Quei pazzi dell'UE vogliono la Turchia che, oltre a non aver mai ammesso un genocidio (anzi due), non c'entrano nemmeno nulla con noi europei... e invece vogliono tagliare fuori la Serbia (la cui sola colpa è quella di esser stata governata da un pazzo che per fortuna ha tirato le cuoia) che è decisamente più europea di quanto la Turchia potrà mai essere.
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