Friday, May 23, 2008

La (solita) pulizia etnica della Palestina.


Credo che mai come in questi ultimi anni l’odio anti israeliano abbia raggiunto picchi così alti.

Molti ritengono che tutto ciò sia parte di un piano organizzato da “menti eccelse” che in tutto il mondo, da tempo, tentano di ammaestrare l’opinione pubblica operando per giungere alla delegittimazione dello Stato di Israele.
Sebbene potrebbero essere soltanto delle congetture, a molti me compreso, sembra chiaro che questi gruppi di “giudeofobi” (neonazisti, sinistri, eurasiatisti e quant’altro), si adoperano affinché la comunità internazionale non alzi un dito quando (domani? tra un anno? tra due anni?) alcuni (noti) Paesi medio orientali tenteranno di annichilire definitivamente l’entità israeliana .

Nel quadro dell’informazione falsata anti Israele, non potevamo non accennare alla nuova opera dello “storico” Ilan Pappe: “La pulizia etnica della Palestina”. Ilan Pappe, ex insegnante all’Università di Haifa, di ideologia comunista stalinista, rientra nella cerchia degli ebrei venerati dai “giudeofobi”, come ad esempio Noam Chomsky, o Finkelstein (l’ebreo revisionista), o gli ebrei ultraortodossi del gruppo Naturei Karta che pregano per la cancellazione di Israele dalla faccia della terra.

Il “nostro” professor Pappe, dopo anni e anni di studi e affermando di essere entrato in possesso di documenti "autentici"*1, rivela nel suo libro ciò che qualsiasi ragazzino con simpatie nazicomuniste può trovare negli innumerevoli siti web pro-palestina: la cacciata dei palestinesi dalla loro terra (?), la Naqba/La Catastrofe è parte di un progetto sionista preparato da Ben Gurion ben prima della Guerra del 1948 e reso operativo attraverso il piano D (Daleth) dell’Haganà, che prevedeva la sistematica occupazione delle terre dei palestinesi (??), attuata attraverso una campagna di terrore e di morte (massacro di Deir Yassin, i massacri nella Galilea, confisca dei beni ecc.).
Sempre stando alle parole di Ilan Pappe, tutto ciò si concretizzò in una vera pulizia etnica che fu alla base della creazione dello Stato di Israele e che continua tutt’oggi a Gaza e in Cisgiordania.
Il Muro di sicurezza costruito dagli israeliani intorno alla Cisgiordania è parte attiva del "progetto di pulizia etnica" perché “respinge” i “palestinesi” verso il deserto.

Ora, a parte il fatto che si potrebbe evitare di gettare un mucchietto di eurini per questo libro, in quanto sul web se ne possono trovare a “pacchi” di storie sulla “pulizia etnica” messa in atto dai sionisti ( ad esempio, andate a leggervi “Back to roots” di Salman Abu Sitta), spiace leggere che l’esimio professore neghi con fermezza che l’esodo dei palestinesi nel 1948 fu indotto soprattutto dai Paesi arabi che intendevano così allontanare dai loro villaggi i palestinesi “per qualche settimana”, giusto il tempo per ammazzare tutti gli ebrei.

Noi non siamo come chi distorce sistematicamente la Storia: è chiaro che molti tra i palestinesi fuggirono anche in conseguenza delle voci intorno al “massacro” di Deir Yassin (opera dei gruppi terroristi Irgun e Lehi, non dell’ Haganà).

Ma la Storia è fatta dalle testimonianze di chi l’ha vissuta. Pertanto mi permetto di riportarne qualcuna:

- Dal Time Magazine maggio 1948 - "C’è un'evacuazione di massa, in parte indotta dalla paura, in parte dagli ordini dei leader arabi. Il quartiere arabo di Haifa è una città fantasma. Ritirando i lavoratori arabi, i loro leader sperano di paralizzare Haifa.”

- Dal New York Times del maggio 1948 - Abdul Rahman Azzam Pasha (primo segretario generale della Lega Araba ndF) ha dichiarato, "Questa sarà una guerra di sterminio e un massacro epocale che sarà ricordato nei tempi come i massacri compiuti dai mongoli e le Crociate".

- Da Sir Am Nakba, proclama del primo ministro iracheno Nuri Said (nazista ndF) “…noi devasteremo il Paese con i nostri cannoni e distruggeremo ogni luogo in cui gli ebrei cercheranno riparo. Gli arabi dovranno portare le loro mogli ed i loro figli in zone sicure finché i combattimenti cesseranno…”

- Dal giornale libanese Al-Sada Janub, agosto 1948, dichiarazione del vescovo di galilea George Akim “ I rifugiati (arabi ndF) erano fiduciosi che la loro assenza si sarebbe protratta per una settimana o due, avevano avuto promessa dai loro leader che le armate arabe avrebbero distrutto le bande sioniste velocemente…”

- Nel quotidiano libanese Al Hoda del giugno 1951 si riportano le dichiarazioni del solito Azzam Pashà che nel maggio del 1948 assicurò i Leader Arabi sulla conquista veloce della Palestina (una “semplice marcia militare”) e sull'altrettanto certa “gettata” degli ebrei nel Mediterraneo, nel contempo il Segretario Generale della lega Araba esortò fraternamente i palestinesi a trovare rifugio nei Paesi amici finché le armi arabe non avessero concluso il loro lavoro;

- Nel giornale egiziano Akbar Al Youm, nell’ottobre del ’63 si legge che il gran nazista (ndF) Gran Muftì di Gerusalemme il 15 maggio 1948 fece appello agli arabi palestinesi di lasciare la Palestina perché i Paesi arabi vi stavano entrando con l’intento di combattere per loro (Seee, i Paesi Arabi volevano solo prendersi e spartirsi il Paese).


Qualcuno affermerà: “ma che palle! Ma quante saranno le testimonianze di cui l’esimio professore NON ha tenuto conto?” Tante, in verità. Ne aggiungo ancora una, tratta dalle memorie di nientepopodimenoche Khaled al 'Azm, ministro della guerra siriano durante la guerra del 1948 “…una delle ragioni del fallimento arabo del 1948 è stato l’ordine dei governi arabi ai palestinesi di evacuare le loro terre per rifugiarsi nei Paesi confinanti….Dal 1948 abbiamo lottato per il ritorno dei profughi nelle loro case. Ma noi stessi siamo quelli che li hanno incoraggiati a partire….”

Al caro Pappe, rimproveriamo anche di non aver assolutamente accennato ai disegni di pulizia etnica progettati e spesso messi in opera dal leader Palestinese il Gran Nazista Amin Al Husseini. Qualcuno potrebbe obiettare “ Massì, il libro parla della “Palestina”, non del mondo intero” Certo! E ciò che avvenne a Gerusalemme Vecchia che fu, se non un atto di pulizia etnica?

Ed il tentativo di avvelenare la rete idrica di Tel Aviv nel 1944? Ed i vari massacri compiuti dalle squadracce palestinesi ai danni di civili, (donne, bambini, operatori sanitari ecc. ecc), prima, durante e dopo la guerra del 1948? Tutto dimenticato?

Il Pappe afferma che il piano D (Daleth) è la prova del progetto di pulizia etnica studiato dai sionisti prima della guerra di Indipendenza. Ma lo ha letto? E se l’ha letto, si è accorto che si tratta di un normale piano difensivo e che tuttora in tutto il globo le forze militari attuano in caso di guerra delle procedure simili?
Non è giusto?
Ma è forse la guerra giusta? Occupare o distruggere dei villaggi che ospitano e nascondono delle forze militari ostili (dopo aver eliminato le forze offensive ed evacuato la popolazione) è guerra.
Brutta e sporca come lo sono tutte le guerre, ma non si tratta di pulizia etnica (alla faccia della Corte Penale Internazionale)

Al Pappe gli importa assai di parlare del terrorismo palestinese , men che meno gli salta in testa di dire che la colpa della Naqba è da attribuire agli Arabi, al leader Gran nazista Palestinese ad ai suoi marci parenti.

Odia il Sionismo, odia Israele e la sua stessa razza. Credo che ritenga il suo Paese colpevole di tutti i mali dei palestinesi. E a proposito dei marci parenti di Amin Al Husseini, son certo che per il Pappe quel gran criminale di Arafat fu un eroe.
Dimentica di certo l’esimio storico, che Arafat, per decenni foraggiato dall’internazionale nazista, fu cacciato dalla Giordania in malo modo e in quel frangente il suo comportamento costò la vita a 10.000 palestinesi massacrati dai giordani.
Scappato in Libano, portò quel Paese all’esasperazione finché altre migliaia di rifugiati palestinesi morirono sempre per sua colpa.

IL Pappe non vuole ammettere che il male dei palestinesi è frutto delle politiche e delle strategie fallimentari dei loro leader e di gran parte del mondo arabo.

Se la prende anche con il Muro, il buon Pappe. Non ricorda minimamente che è stato costruito per impedire lo stillicidio di attentati palestinesi in Israele. Nemmeno un accenno al fatto che gli attentati da allora sono diminuiti del 99 e passa per cento.
“Che gli frega a lui?” “Il Muro respinge i poveri palestinesi verso il deserto”. Ecco tutto.
Grande analisi, esimio Professore.

Il professore è un buon uomo, vorrebbe che la “Palestina” fosse un unico stato dove ebrei e palestinesi convivono in pace (vallo a dire ad Hamas). Ora invece, a causa dei cattivi israeliani è il regno dell’Apartheid, come il Sud Africa degli anni ‘60/’70.
Per Pappe Israele è l’ultima grande potenza coloniale.

Ma che vi aspettavate da un israeliano che si batte per il boicottaggio del Suo Paese?
Ma che vi aspettavate da un israeliano che ha usato la sua influenza per promuovere delle false ricerche storiche sulla guerra del 1948 (ricerche pagate dall’OLP)?


Il libro del Pappe, è pubblicato in Italia da Fazi. Nel caso qualcuno desiderasse leggere una recensione ufficiale, consiglio quella dell’ANSA ( e te pareva) nel suo “Un libro al giorno” (ne sarà contento l’ex direttore ANSA, il “socialista nazionale” Ugo Gaudenzi).


*1 Il Pappe ha già avuto numerosi problemi legali a causa di "documenti autentici" creati ad arte dall'OLP....