Sunday, August 09, 2009

Il maomettano operoso

Diciamolo: riguardo ai musulmani noi occidentali non abbiamo abbandonato del tutto quei pregiudizi inculcati da una certa letteratura e produzione cinematografica, ormai scomparsa.
L’antico stereotipo ci mostrava i maomettani come gente pigra, non adatta al lavoro, buona solo a far la guerra e a catturare giovani fanciulle bianche da vendere come schiave, nei mercati nascosti tra le oasi del deserto.
Ma la realtà non è un film. Sebbene ogni pregiudizio abbia qualche fondamento di verità, i musulmani, rare volte indolenti nelle loro terre di origine, diventano eccezionali, solerti ed instancabili lavoratori quando approdano in Occidente.

Il musulmano si dà da fare, altroché!

Difatti, rifiutando di integrarsi nella "corrotta società occidentale", si adopera alacremente affinché gli occidentali si integrino nell'Islam che egli ha importato a casa nostra.
Ovviamente per arrivare a ciò, ha bisogno del consenso del “padrone di casa”.
A volte lo ottiene con l’intimidazione e la violenza, consapevole che il “corrotto infedele tipo” è un senza palle, un senza coraggio; ma il più delle volte il ricorso alle minacce è inutile, è lo stesso occidentale, puro dhimmi, che è lieto di appagare i desideri maomettani.
Sindrome di Stoccolma???

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Update. Mi corre l’urgenza di aggiornare questo post.
Sappiamo che, ad esempio a Londra, le donne poliziotto di origine musulmana indossano il velo. Di recente, alcune organizzazioni islamiche hanno chiesto (certamente con educazione) alle autorità locali delle regioni di Somerset e Avon, nel sud-ovest inglese, che anche le donne poliziotto NON musulmane siano provviste di hijab per coprirsi il capo, almeno quando entrano nelle moschee (ma da qui a breve, chiederanno che sia utilizzato in modo permanente).
Una polizia occidentale "con le palle", che avrebbe risposto (con altrettanta gentilezza)?? :
“Ma perché voi maomettani non preparate i bagagli e andate a prendervela in c..o nei vostri Paesi d’origine?”

Purtroppo conosciamo bene l’inettitudine e l’idiozia che contraddistingue la polizia britannica che difatti ha prontamente replicato: “Obbediamo!”. Così lo hijab, completo di distintivo, è diventato parte della divisa delle poliziotte inglesi.
Oltre al danno, la beffa, in quanto il costo “dell’operazione dhimmitudine” (13 sterline a “pezzo”) è stato certamente caricato sulle imposte dei cittadini delle due regioni.
Dimenticavo: il vice-capo della polizia, la signora Jackie Roberts (l’idiota di cui abbiamo l’immagine), lo definisce «un'aggiunta molto positiva alle uniformi, che sono sicura sarà gradita a molte delle nostri agenti».
Puro, puro Dhimmi.

Appunti.
1)-I musulmani sono ancora relativamente pochi in Europa, ma la tendenza è al raddoppio entro 20 anni. Che accadrà allora?
Mi capita di pensare che l’Europa sia preda di un lungo sonno dal quale corre il rischio di svegliarsi troppo tardi.
(Ma niente paura, L’Observer ci conforta, assicurando che i nostri timori sono infondati)

2)-il nostro Presidente Napolitano proprio ieri, nell’occasione dell’anniversario della sciagura di Marcinelle, ha dichiarato che gli stranieri hanno il diritto di integrarsi nella nostra società.
Povera stella, ma dove crede di vivere?
Sono i cittadini italiani ad avere il diritto di accogliere nel nostro Paese soltanto gli stranieri che accettano completamente l’integrazione. E i musulmani non sono tra questi.

Tuesday, August 04, 2009

"Il parlamento inglese diventerà interamente musulmano" : Shahid Malik

Nel post qui sotto ho affermato che il Partito Laburista inglese ha sfornato in questi ultimi anni una marea di eccellentissimi idioti 1). Tuttavia non possiamo negare che presenti anche qualche furbissimo esemplare di laburista maomettano. Shaid Malik è uno di questi. Non un semplice immigrato islamico, bensì un parlamentare che dal 2007 ha ottenuto anche importanti incarichi dai governi Blair e Brown. Attualmente è sottosegretario di Stato.
Di recente ha accusato il proprio Primo Ministro per la politica troppo accondiscendente verso Israele.

Il video di apertura risale ad un anno fa. E' stato filmato a Londra durante la Global Peace (?) and Unity Conference, dove il "sinistro" maomettano si è distinto nel presentare le future prospettive del Regno Unito.
E' significativo che la testimonianza video sia rimasta sconosciuta in Gran Bretagna.
Almeno fino ad ora.

Dimenticavo: il "nostro", certamente esperto nell'arte della Taqqiya, ha un Blog.


Grazie a Christian Soldier.

1) - (sinonimo di "multiculturalisti")

"'In Your Shoes Day" ovvero "Prove di Dhimmitudine"

No, non servono concorsi o sondaggi, ormai è definitivo: la polizia britannica si conferma come la più stupida d'Europa. Tuttavia è doveroso ammettere che non ha incontrato notevoli difficoltà per giungere a questo primato: ha un valido riferimento nel partito che governa il Paese, che da anni non ha pari in Europa, quanto a serbatoio di eccellentissimi idioti.

Leggi: "
Sheffeld police officers dressed as muslim"

Sunday, August 02, 2009

SERMON FOR THE WEST by ORIANA FALLACI

Ottobre 22, 2002, Oriana Fallaci si rivolge all'uditorio dell'American Enterprise Institute. Ciò che segue (e ascolterete in parte nel filmato) sono dei brevi estratti dal suo discorso.

You have Lost Passion

Why am I here, then? Because, since September 11, we are at war. Because the front line of that war is here, in America. Because when I was a war correspondent, I liked to be on the front line. And this time, in this war, I do not feel as a war correspondent. I feel as a soldier. The duty of a soldier is to fight. And to fight this war, I deploy a personal weapon. It is not a gun. It’s a small book, The Rage and The Pride.

My soldier weapon is the weapon of truth. The truth that begins with the truth I maintain in these pages:

From Afghanistan to Sudan, from Palestine to Pakistan, from Malaysia to Iran, from Egypt to Iraq, from Algeria to Senegal, from Syria to Kenya, from Libya to Chad, from Lebanon to Morocco, from Indonesia to Yemen, from Saudi Arabia to Somalia, the hate for the West swells like a fire fed by the wind. And the followers of Islamic fundamentalism multiply like a protozoa of a cell which splits to become two cells then four then eight then sixteen then thirty-two to infinity. Those who are not aware of it only have to look at the images that the TV brings us every day. The multitudes that impregnate the streets of Islamabad, the squares of Nairobi, the mosques of Tehran. The ferocious faces, the threatening fists. The fires that burn the American flag and the photos of Bush.

“The clash between us and them is not a military clash. Oh, no. It is a cultural one, a religious one. And our military victories do not solve the offensive of Islamic terrorism. On the contrary, they encourage it. They exacerbate it, they multiply it. The worst is still to come.”

President Bush has said, “We refuse to live in fear.”

Beautiful sentence, very beautiful. I loved it! But inexact, Mr. President, because the West does live in fear. People are afraid to speak against the Islamic world. Afraid to offend, and to be punished for offending, the sons of Allah. You can insult the Christians, the Buddhists, the Hindus, the Jews. You can slander the Catholics, you can spit on the Madonna and Jesus Christ. But, woe betide the citizen who pronounces a word against the Islamic religion.

My small book is not tender with Islam. In certain passages, it is even ferocious. But it is much more ferocious with us: with us Italians, us Europeans, us Americans.

I call my book a sermon—addressed to the Italians, to the Europeans, the Westerners. And along with the rage, this sermon unchains the pride for their culture, my culture. That culture that in spite of its mistakes, its faults, even monstrosities, has given so much to the world. It has moved us from the tents of the deserts and the huts of the woods to the dignity of civilization. It has given us the concept of beauty, of morals, of freedom, of equality. It has made the unique conquest in the social field, in the realm of science. It has wiped out diseases. It has invented all the tools that make life easier and more intelligent, those tools that our enemy can also use, for instance, to kill us. It has brought us to the moon and to Mars, and this cannot be said of the other culture. A culture, which has produced and produces only religion, which in every sense imprisons women inside the burkah or the chador, which is never accompanied by a drop of freedom, a drop of democracy, which subjugates its people under theocratical, oppressive regimes.

Socrates and Aristotle and Heraclitus were not mullahs. Jesus Christ, neither. Leonardo da Vinci and Michaelangelo, and Galileo, and Copernicus, and Newton and Pasteur and Einstein, the same.

My book is also a j’accuse. To accuse us of cowardice, hypocrisy, demagogy, laziness, moral misery, and of all that comes with that. The stupidity of the unbearable fad of political correctness, for instance. The paucity of our schools, our universities, our young people, people who often don’t even know the story of their country, the names Jefferson, Franklin, Robespierre, Napoleon, Garibaldi. And no understanding that freedom cannot exist without discipline, self-discipline.

I accuse ourselves also of another crime: the loss of passion. Haven’t you understood what drives our enemies? What permits them to fight this war against us? The passion! They have passion! They have so much passion that they can die for it!

Their leaders, too, of course. I met Khomeini. I discussed with him for more than six hours in calm, and I tell you that that man was a man of passion. I never met bin Laden. But I have well observed his eyes. I have well listened to his voice. And I tell you that that man is a man of passion. We have lost passion.

Well, I have not. I boil with passion. I, too, am ready to die for passion. But around me, I see no passion. Even those who hate me and attack me and insult me do this without passion. They are mollusks, not men and women. And a civilization, a culture, cannot survive without passion, cannot be saved without passion. If the West does not wake up, if we do not refind passion, we are lost.

To quote from my book:

“The problem is that the solution does not depend upon the death of Osama bin Laden. Because the Osama bin Ladens are too many, by now: as cloned as the sheep of our research laboratories…. In fact, the best trained and the more intelligent do not stay in the Muslim countries... They stay in our own countries, in our cities, our universities, our business companies. They have excellent bonds with our churches, our banks, our televisions, our radios, our newspapers, our publishers, our academic organizations, our unions, our political parties…. Worse, they live in the heart of a society that hosts them without questioning their differences, with- out checking their bad intentions, without penalizing their sullen fanaticism.

[“I]f we continue to stay inert, they will become always more and more. They will demand always more and more, they will vex and boss us always more and more. ’Til the point of subduing us. Therefore, dealing with them is impossible. Attempting a dialogue, unthinkable. Showing indulgence, suicidal. And he or she who believes the contrary is a fool.”

Suggerimento di Occidental Soapbox e testo ripreso da FrontPage Magazin