Tuesday, March 22, 2011

Cuneo?


Ancora in partenza...
Tuttavia sono certo che troverò il tempo (e "serie" connessioni alla rete) per aggiornare il blue-blog.
Intanto mi voglio divertire e, anche per chi se lo fosse perso, posto il mio video preferito di Zelig 2011.

A Cuneo non ci sono mai stato.
E me ne vergogno un pò.
Ajde, Čao!

Anche a Gaza si dissente.

Incredibile:

LUI, che è stato il corrispondente da Gaza per il (nazi)Manifesto;
LUI che per anni è stato il pseudo portavoce italiano di Hamas...

Ha pubblicato dei post che esprimono dissenso contro l'attuale governo di Gaza QUI e QUI.
Ripeto, incredibile.

Il "giocattolo" di Hamas pare si sia rotto.
Come è potuto accadere?

Forse i compagnucci palestinesi, durante le ultime fredde sere invernali, non sono stati troppo delicati nei confronti del nostro giovane connazionale?

Noi gli offriamo tutta la nostra solidarietà.
Siamo consapevoli che LUI resterà un anti-sionista, ma sinceramente apprezziamo che almeno per una volta abbia scritto la verità.

Tuttavia, qualora volesse tentare un riavvicinamento al gruppo terrorista nazi-islamista che governa la Striscia di Gaza, riteniamo opportuno che si munisca di strumenti adatti ad evitare dolorose conseguenze.

Tutto secondo copione


Da "il Giornale", riporto un articolo scritto dalla deputata del PDL Souad Sbai. Con un referendum il popolo egiziano ha approvato la proposta delle modifiche alla Costituzione favorendo di fatto il partito dei Fratelli Musulmani perché forte, organizzato a livello capillare e pertanto già pronto per partecipare (e vincere) alle prossime elezioni. Ciò è accaduto perché una parte dell'Occidente, Barack Hussein in testa, ha abbandonato Mubarak ("A Bullet in the Back from Uncle Sam.") e lo ha fatto coscientemente. Quella stessa parte dell'Occidente sta completando il suo progetto, aiutando i Fratelli Musulmani e Al Qaeda a liberarsi di Gheddafi.

Insomma, tutto secondo copione.

La sinistra nostrana plaude e approva*1). E a guardar bene è la stessa sinistra che qualche anno fa si dispose a barriera per difendere il "terrorismo del Sudan" contro la volontà di Bush Jr. di intervenire con le armi e salvare la popolazione del Darfur.


L'Egitto regalato ai fondamentalisti.
Dopo il Nord Africa toccherà a noi.

L’Egitto è perso. Peggio, è nelle mani dei Fratelli Musulmani, una sigla e una realtà che ai più forse dice poco, ma che non fa dormire la notte chi qualcosa ne sa. Quando parlavamo, all’alba delle prime proteste, del rischio altissimo di fondamentalismo in Egitto, venivamo presi per visionari e il nostro timore veniva sottovalutato. Anche quando Al Qaradawi, leader spirituale dei Fratelli Musulmani, tornato al Cairo per l’occasione, chiamava alla da-wa e all'apertura del passaggio del valico di Rafah per unirsi ai fratelli palestinesi, tutti voltavano lo sguardo in altre direzioni. E oggi che il sì alle modifiche della Costituzione ha sancito definitivamente la caduta del Paese fra le spire dei Fratelli Musulmani? Di nuovo non una parola. Certo, c’è l’esclusiva attenzione per l’attacco in Libia, sul quale pure moltissimo ci sarebbe da dire, ma non è nemmeno lontanamente giustificabile che nessuno “faccia caso” a cosa accade in Egitto e alle conseguenze per loro e per noi di quelle scelte. Perché non si vuole capire che da lì parte la conquista del Nordafrica da parte del fondamentalismo oscurantista? È cecità oppure ignoranza tout court? Mentre scriviamo, la protesta infiamma anche lo Yemen, la Siria e il Bahrein. L’Egitto è solo la punta dell’iceberg di questo movimento tellurico che sconvolge il quadrante nordafricano intero e che presto guarderà con occhi avidi anche all’Europa. La sete di islamizzazione dei Fratelli Musulmani non ha fine. Se guardiamo alla Costituzione egiziana, così come è stata emendata, forse si capisce bene cosa vogliamo dire e il perché delle nostre denunce. Copti, donne e minoranze sono praticamente estromessi dalla vita politica del paese. E' escluso dalle candidature presidenziali di chi ha doppia nazionalità: Moussa e Baradei sono quindi già fuori dai giochi, con quest’ultimo preso a sassate fuori da un seggio. La favola della rivoluzione per la libertà ha presto gettato la maschera e svelato il suo volto di subdola scalata al potere politico da parte di un movimento senza scrupoli. L'Islam moderato, lasciato solo, non può far altro che assistere impotente allo sradicamento della sua libertà e identità. Il tutto si innesta in un quadro di instabilità totale, nel quale Gheddafi pare ad oggi il solo imputato, peraltro già condannato senza processo, e quindi obbligato a lasciare il suo posto, anche con le armi, che puntualmente hanno tuonato. In Italia fanno particolare impressione gli ormai ex-pacifisti dell'opposizione, le loro facce campeggiano sui manifesti in giro per le nostre città mentre rivendicano una guerra per cosiddette "ragioni umanitarie". Se ne faccia una ragione chi nasconde i propri interessi dietro alla guerra per la democrazia: dopo il Colonnello ci saranno solo e soltanto i Fratelli Musulmani in Libia. Le facce, gli occhi, le armi sono le stesse già viste a Piazza Tahrir. È tutto preordinato, scritto e orchestrato alla perfezione dai Fratelli Musulmani, con la colpevole inerzia di chi guarda ma non vede, ascolta ma non sente. Lo scandaloso baratto fra libertà ed interessi geopolitici ed economici è ormai evidente. È una responsabilità storica enorme, che qualcuno dovrà necessariamente caricarsi sulle spalle. Ma allora, forse, sarà troppo tardi, perché le dittature teocratiche oscurantiste domineranno incontrastate.
Souad Sbai è autrice del saggio " L'inganno" - Vittime del Multiculturalismo.

Personalmente rimango dell'opinione che un'accelerazione della prossima e certa invasione islamica non è il male assoluto, e potrà indurre in molti il risveglio dell'orgoglio occidentale.


1)La nostrana sinistra interventista plaude alla guerra in Libia anche perché crede che sia un modo trasversale di colpire l'odiato Berlusconi. A questo proposito vorrei far notare un fatto curioso: Berlusconi in questo ventennio ;) ha avuto così grande influenza sull'Italia da riuscire a cambiare radicalmente anche la sinistra che è diventata interventista, guerrafondaia, patriottica e nazionalista. Praticamente il nuovo fascismo.


Sunday, March 20, 2011

Chi sono veramente i Fratelli Musulmani



Riporto da Informazione Corretta l'articolo di Dimitri Buffa. Consiglio di leggere anche il pezzo di Tarek Heggy "The Reality of the Muslim Brotherhood"

“Ci prenderemo questo Paese da loro usando la democrazia che hanno ricevuto dal diavolo”.
I fratelli mussulmani dicono quello che poi fanno. Come lo diceva un Hitler ancora sconosciuto e sottovalutato quando organizzava il putsch della birreria nel 1923 e in seguito quando in carcere meditava il “Mein Kampf”.
Da mercoledì sera, dopo avere visto il documentario sui “muslim brothers”, fatto in Norvegia da un musulmano moderato di origine egiziana, lo sappiamo anche noi. Lo abbiamo visto alla Camera insieme a Souad Sbai, che ha organizzato il tutto, e al grande pensatore laico egiziano, Tarek Heggy, che ha commentato le immagini, e alla ricercatrice e d esperta di arabo e di islam Valentina Colombo. Ospiti nel pubblico i musulmani moderati d’Italia, cioè quelli che non prendono ordini dal network dei fratelli mussulmani. E che non vanno mai in tv a provocare. E che non hanno bisogno di dissimulare le proprie sembianze e di vestirsi da bravi ragazzi per farsi accettare. Che non si comportano insomma come i Tariq Ramadan de noantri. E che non hanno paura a dire, come ha detto, dopo la proiezione del filmato Gamal Bouchaib, che “per gli immigrati di fede islamica in Italia il più grande problema, dopo la predicazione estremista nelle moschee fai da te, sono i convertiti italiani”. Spesso provenienti da militanze nei movimenti antagonisti della sinistra rivoluzionaria degli anni ’70. O in quelli della destra neo nazista. Gente che ha abbracciato l’islam appunto dei fratelli musulmani per continuare la lotta al sistema. “Gente che ha risposte per tutto come i marxisti leninisti”, per citare le parole di Tarek Heggy, e che ha “un cervello che ragiona per slogan e per schemi”. Anche se poi i fratelli mussulmani considerano le persone di sinistra il loro nemico ancora di più che la democrazia. Si badi bene: questo non è il solito discorso identitario del cacio cavallo alla Pera. Qui c’è di mezzo un problema concreto: evitare che questa gente rivendichi come ha già fatto, e ottenuto, in Inghilterra, di potere applicare nei propri ghetti la legge shar’iatica.
Prendiamo qualche passo dalla traduzione italiana del filmato, è la voce narrante di uno degli autori che ci guida: “Kamil Al Najjar vive a Londra e conosce i Fratelli Musulmani meglio di molti altri. Era un membro dell’organizzazione nella sua patria. Come disertore, è minacciato di morte e non può rivelare il suo volto. Parla di Hassan al Banna che ha fondato i Fratelli Musulmani in Egitto nel 1928. Ha trasformato l’Islam da religione a ideologia politica. Oggi i Fratelli sono considerati come la più grande organizzazione islamica nel mondo. Al Najjar dice che hanno un’agenda per l’Europa. Un’agenda segreta”.
In Francia come spiega il filmato “l’agenda è già operativa”. “Lafif Lakhdar è tunisino e mi spiega che in Francia le famiglie musulmane con molti figli non sono in grado di portare tutti ad avere un’educazione. I giovani finiscono per essere disoccupati”. I Fratelli Musulmani hanno predicatori che girano tutta la Francia. Forniscono il servizio porta a porta in tutte le famiglie mussulmane. Dicono ai giovani che potranno sposare più di una donna. La poligamia è proibita secondo la legge francese, ma loro gli montano la testa e suggeriscono il trucco che pare si faccia anche in Italia nelle “moschee fai da te” del nord: “Sposa una donna pubblicamente secondo la legge francese e poi potrai sposare più donne nella Moschea”.
I fratelli mussulmani hanno due facce. Quella buona la usano per le interviste a “Limes”, come quella pubblicata su internet a Mohammad Mahdi Akef, ex mursid , o “Guida suprema della Fratellanza musulmana”. Quella cattiva la rivelano loro malgrado nel documentario in cui quello stesso personaggio ammette che quando si parla di diritti umani non sono inclusi quelli delle donne che vanno in giro seminude o degli omosessuali.
La Sbai è l’unica politica in Italia che, a costo di vivere sempre sotto potezione, ha il coraggio di portare in giro filmati come questo. Così come la Fiamma Nirenstein è l’unica a difendere sempre e comunque Israele dalle calunnie del politically correct, di destra o di sinistra che siano.
Ma siccome la madre di coloro che dialogano con i propri carnefici è sempre incinta, ci piace concludere questo articolo con la voce del giovane Gamal Bouchaib, uno dei rappresentanti dell’islam moderato in Italia, sempre poco ascoltato dalle nostre istituzioni, centrali o locali che siano. “Noi veri musulmani moderati (o sei musulmano o non lo sei ndF), a differenza di altri sciacalli che attendono la morte per nutrirsi, non vogliamo che si abbassi la guardia nei confronti dell’integralismo islamico. Perché chi cerca di creare un dialogo con il diavolo prima o poi si brucia all’inferno ..e bisogna volere essere ciechi non vedere che l’estremismo è già tornato in Egitto nella figura di Al Qaradawi “. L’imam urlante di Al Jazeera e di tutti i fratelli mussulmani del mondo. Curiosità finale: Gamal Al Banna, fratello del fondatore Hasan, ancora vive. Ed è un nemico della setta fondata dal fratello. Nel filmato fa vedere una foto di sua sorella degli anni ’50 e dice: “all’epoca il velo non lo portava nessuno ed eravamo tutti mussulmani osservanti, i fratelli musulmani hanno semplicemente trasformato la religione in un’ideologia oppressiva”.

"Tariq Ramadan is the fox..."
"Are we still willing to defend the freedom?"

ODYSSEY DOWN?

Parigi ha dato il via libera all'azione militare contro le forze armate di Gheddafi per applicare la risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza dell'ONU, che autorizza "la creazione di una zona di interdizione al volo e di ogni altra misura atta a proteggere la popolazione civile".

I jet francesi già nel pomeriggio di ieri hanno dato inizio all'attacco distruggendo alcuni veicoli blindati ed un aereo delle forze aeree fedeli al colonnello. C'è stato un bombardamento con missili Cruise su Tripoli lanciati da 25 fra navi da guerra e sottomarini dislocati nel Mediterraneo.
Le operazioni sono attualmente in corso.
Dopo i bombardamenti francesi, uno speaker della TV di Stato ha annunciato: “
Siamo vittime di una nuova crociata da parte dei francesi e del loro presidente, il noto ebreo sionista Sarkozy. Stiamo vivendo un nuovo Iraq come avvenuto nel 2003. Bengasi è stata bombardata. Il complotto contro di noi è evidente. In questa città devono finire le divisioni e dobbiamo ritornare uniti”.
Mentre il premio Nobel per la Pace Obama Barrak Hussein schiera alcune navi della sua flotta di fronte alle coste libiche, il Presidente della Repubblica italiana Napolitano conferma la volontà dell'Italia di schierarsi con gli oppressi, con la popolazione inerme e per il nuovo "Risorgimento arabo".

E' iniziata l'operazione "Odissea dell'alba".

Da giorni si parla soltanto dell'aggressione delle forze fedeli a Gheddafi contro i civili e delle azioni di guerra contro gli insorti che pare posseggano a malapena delle vecchie armi leggere per contrastare i blindati, i MIG ed i mercenari del Rais.
Tuttavia sembra che questi "ribelli male armati" siano dei formidabili guerrieri perché hanno conquistato una dozzina di città e riescono a tener testa alle truppe del rais.
Poi se ci mettiamo di buzzo buono e spulciamo la stampa internazionale leggiamo ad esempio che "da alcuni giorni" il nuovo governo egiziano , con il beneplacito dell'amministrazione americana, sta rifornendo di armi , "perlopiù armi leggere e munizioni" il fronte dei ribelli. Inoltre agli insorti giungono "pezzi di ricambio" per i carrarmati e per gli aerei da combattimento (ieri mattina un MIG dei ribelli è stato abbattuto dalla contraerea di Gheddafi).
Insomma, pare che i ribelli non siano poi tanto male armati.

Inoltre sembrano anche ben organizzati, tanto da ricevere il plauso di Al Qaeda che, per bocca di uno dei suoi comandanti, il libico Abu Yahya al-Libi, incita gli insorti "a continuare la propria rivoluzione senza esitazione o paura nel far sprofondare Gheddafi negli abissi".

Diciamo che fino all'altro giorno ci sono giunte le cronache "romanzate" della guerra civile in Libia e queste avevano lo scopo di preparare l'opinione pubblica ad accettare ciò che è avvenuto ieri cioè l'attacco delle forze della coalizione.


E' chiaro per chi mi sta leggendo che la piega che hanno preso gli eventi in Nord Africa non ha la mia totale adesione. Parrebbe quasi che io stia prendendo le parti del rais libico, ma non è così. Volentieri vorrei vedere Gheddafi penzolare da una forca*, ma da quando ha preso il via in Algeria il"Risorgimento arabo", come lo chiama il presidente Napolitano, ho la sensazione che tutto stia accelerando, ma non nella giusta direzione.
La domanda che sorge spontanea è: che succederà poi?


Certo è che se i Fratelli Musulmani e Al Qaeda esultano per quei Paesi che hanno abbattuto o stanno per abbattere i loro governi, gli interventisti dell'ultima ora - compreso il presidente Napolitano - dovrebbero cominciare a porsi dei dubbi, magari perché domani il futuro della regione medio-orientale sarà ancora più incerto e preoccupante. Sicuramente da subito lo sarà per Israele, l'unico avamposto della Ragione e dell'Occidente in quell'area. Certamente Israele ha cominciato a preoccuparsi quando la Comunità Internazionale, con Barack Hussein Obama in testa, ha "scaricato" il suo unico alleato il Presidente Mubarak, il capo di stato egiziano che è riuscito a mantenere la pace in Medio Oriente almeno fino alla sua resa avvenuta qualche settimana fa.

Tutti i leader arabi caduti e quelli che cadranno, compreso il ridicolo Gheddafi, sebbene con "parecchi distinguo", hanno combattuto e frenato gli islamisti. Ora questi ultimi sono liberi di organizzarsi e di occupare fisicamente ed intellettualmente i "territori liberati dai sanguinari dittatori". Tutto ciò grazie anche ai Barrack Hussein Obama di tutto il mondo occidentale. A questo proposito occorre aggiungere che Daniel Pipes nel suo ultimo articolo ritiene invece che probabilmente l'intervento in Libia degli Stati Uniti appoggiati dall'Onu, dalla Nato ecc. ecc, potrebbe allontanare il pericolo che gli insorti rivolgano la loro l'attenzione agli islamisti per la leadership del Paese (mi chiedo per quanto tempo).

Per una volta mi trovo in disaccordo con Pipes perché ritengo che se siamo obbligati ad agire, lo stiamo facendo nella direzione sbagliata, opposta, contraria agli interessi dell'Occidente.

Mi ripeto, l'intervento militare occidentale oggi e l'appoggio agli insorti egiziani, algerini e tunisini a gennaio sicuramente hanno accelerato quel processo che era probabilmente irreversibile e che a mio avviso cambierà il destino del Medio Oriente e dell'Europa.

Forse le Guerre Civili sono ora più vicine e magari non è questo il male assoluto.


*D'altra parte l'amicizia di Berlusconi per il maomettano (come per il nazional-bolscevico e eurasiatista Putin) ha ridimensionato di molto la stima che avevo per il Premier: diciamo che continuo ad appoggiarlo soltanto perché è la vittima continua di quella parte di magistratura golpista che intende decidere come governare l'Italia senza chiederlo agli italiani.

Guarda il video postato da Occidental Soapbox 1979 TEHERAN 2011 CAIRO

Thursday, March 17, 2011

Personale (ma non troppo)

Suvvia, (mi) urge riacquistare il piacere di scrivere su questo blue-blog.

Confesso che avevo perduto l'abitudine (e la voglia) di lasciare i miei pensieri e le mie "denunce 1*"in rete. A parziale giustificazione va detto che per un periodo abbastanza lungo ho avuto difficoltà anche nel trovare delle serie e durature connessioni internet.

Ciò che segue sono alcuni pensieri affatto personali, ma è una buona occasione per continuare con "leggerezza" il mio viaggio cominciato qualche anno fa.


Ho trascorso 414 giorni senza rivedere né la Croazia, né l'Italia. Diciamolo, 14 mesi di fila lontano dai luoghi familiari e dalle "mie genti" non sono passati in un lampo.
Quasi con imbarazzo devo ammettere che ho sentito più volte il richiamo delle mie radici, ho pensato con nostalgia ai miei lupacchiotti e concedetemelo, ho vagheggiato intorno al ricordo delle montagne, dei vini, delle "frasche" e della cucina del mio Friuli.
Ebbene il 25 dicembre scorso arrivo in Croazia, rivedo la mia vecchia casetta, i miei libri e le mie cose e quindi festeggio il Natale con gli amici increduli. Il giorno successivo riparto per " il suolo patrio" non senza aver prima solennemente promesso di ritornare al più presto.

Elenco delle cose che ho fatto il giorno del mio rientro in Italia:

1) - raggiunto miei lupacchiotti, giocato con loro, passeggiato insieme ecc. ecc.;

2) - raccolto un paio di amici per un "frasca tour" nelle colline del cividalese (è lontano il tempo delle rinunce volontarie), bevuto tre o quattro bicchieri di autentico vino friulano (non di più, poiché le colline cividalesi pullulano di forze dell'ordine il cui unico incarico è quello di braccare e sanzionare i bevitori impenitenti);

3) - visitato i genitori che dopo avere constatato che questa volta ero tutto intero e abbastanza in salute, hanno preferito sorvolare ed offrirmi la cena di Santo Stefano piuttosto che rivolgermi quelle tipiche domandine che solitamente i papà e le mamme hanno pronte per i loro figlioli rimasti a lungo assenti. Ad esempio: "Sei finito ancora una volta in ospedale?" "Magari ti hanno arrestato?" ecc. ecc.

Ho trascorso quasi due mesi in Italia, tra buona cucina, buoni vini, salutari passeggiate, letture quotidiane di giornali veri 2* ed ottima compagnia.

Dimenticavo, ho scelto di festeggiare la notte di San Silvestro insieme ai mie due lupacchiotti, di fronte ad un crepitante fuoco, con una fantastica fiorentina ed una eccellente bottiglia di Franconia.

Ora sono di nuovo in Croazia. Non ho osato scrivere nulla sul blog durante le settimane trascorse in Italia perché sono consapevole che nel mio Paese è diventato sempre più pericoloso esprimere le proprie opinioni. Soprattutto se queste si scontrano contro il pensiero dominante che è quello di una sinistra inetta ma paradossalmente potente, perché appoggiata, forse "usata", da poteri forti. Tra questi vi è di certo quella magistratura che ha dimostrato per anni l'intenzione di voler guidare l'Italia, abbattendo i governi democraticamente eletti.
Ovviamente ne riparleremo.

Qualche minuto fa mi è arrivato un messaggio del mio amico P, il tedesco. Mi chiede se non sia giunto il momento di fare un viaggio verso sud, verso il caldo. In fondo qua c'è stata la neve fino a qualche giorno fa...
...e io non so che rispondere.

Ajde, Ciao!

1* articoli di giornali e post di bloggers amici e personali che denunciano la crescente islamizzazione dell'Europa e che si scagliano contro il "political correct", contro il relativismo culturale, contro l'ipocrisia della sinistra e dei pacifinti, contro i progetti subdoli dei movimenti eurasiatisti.

2* leggere i giornali soltanto su internet non dà molta soddisfazione.