La Croazia nella UE.
Con il Referendum di domenica scorsa la Croazia è ufficialmente nella UE. Il 66% dei croati ha deciso che questo Paese entrerà in Europa nel luglio del prossimo anno. Il mio sondaggio su facebook ha dato risultati esattamente opposti: meno del 30% dei miei amici croati sono euro-entusiasti.
Comunque i giochi sono fatti, anche se è triste ricordare che la condizione per entrare nella UE la dettò il Parlamento europeo nel 2005 esercitando una formidabile pressione sul governo affinché contribuisse all'arresto del Generale Ante Gotovina e nel contempo si adoperasse per mutare il giudizio del popolo croato verso colui che era considerato ormai da 10 anni come un eroe e un mito.
Sappiamo come andò a finire: due anni dopo il Generale fu arrestato e tradotto al Tribunale dell'Aja come un Milošević qualunque.
Nell'aprile dello scorso anno è stato condannato a 24 anni di prigione per i fatti inerenti l'operazione Oluja dell'agosto del 1995 che portò alla riconquista delle Kraijne e all'allontanamento di migliaia di serbi da quelle regioni (nonché al ritorno nelle loro case dei superstiti croati cacciati dai serbi nel 1991).
L'operazione Tempesta fu eccellentemente condotta dal Generale e fortemente voluta dal presidente croato Tuđman che si avvalse anche dell'aiuto americano. Si attese la morte di Tuđman per trasformare l'eroe di guerra croato Ante Gotovina nel criminale di guerra dell'Aja.
La Croazia è nella UE, il Generale è all'Aja, ma oggi il sentimento di affetto dei croati per il comandante dell'Operazione Tempesta non è certo diminuito, anzi si è rafforzato, ne sono testimonianza il florilegio di siti web e di manifestazioni pro-Generale di questi ultimi anni.
Gotovina rimane un eroe per tutti i croati e il giorno della presa di Knin, è Festa Nazionale.
Io non credo nell'Europa, ma ho fiducia che l'ingresso nell'Unione della Croazia, ed in futuro della Serbia, sarà un bene per l'occidente. Il primo vantaggio sarà l'allontanamento di questi due stati dall'area di influenza russa; il secondo beneficio lo trarremo dal carattere orgoglioso e nazionalista di questi due popoli, che è unito ad un forte sentimento cristiano e "anti multietnico" (serbi e croati hanno ben compreso che è il fallimento il destino di una società composta da popoli con diversa estrazione culturale e diversa religione*).
* A mio avviso una società multietnica può sopravvivere per un periodo di tempo relativamente lungo a patto che una etnia più forte e motivata riesca a dominare sulle altre. Ciò credo stia avvenendo in Europa, dove i musulmani presenti in un piccolo numero (per ora) riescono ad imporsi sulla maggioranza cristiana. E' chiaro che ciò porterà nel futuro dell'Europa ribellioni, terrorismo contro gli islamici e contro i sostenitori del multiculturalismo e infine guerre civili.
Alcune precisazioni su Oluja. Fuori da ogni ipocrisia, è chiaro che l'operazione Tempesta è stata un'azione di pulizia etnica. Era questo l'obbiettivo di Tuđman: annientare le postazioni militari serbe e cacciare definitivamente i soldati superstiti dalla Croazia; la popolazione civile serba li avrebbe seguiti per non restare senza difese nelle città ormai riconquistate dai croati. Ma a questo si è arrivati dopo anni di pulizia etnica serba cominciata in Croazia a Vukovar nel 1991 e conclusa in Bosnia, a Srebrenica, nel luglio del 1995.
* A mio avviso una società multietnica può sopravvivere per un periodo di tempo relativamente lungo a patto che una etnia più forte e motivata riesca a dominare sulle altre. Ciò credo stia avvenendo in Europa, dove i musulmani presenti in un piccolo numero (per ora) riescono ad imporsi sulla maggioranza cristiana. E' chiaro che ciò porterà nel futuro dell'Europa ribellioni, terrorismo contro gli islamici e contro i sostenitori del multiculturalismo e infine guerre civili.
Alcune precisazioni su Oluja. Fuori da ogni ipocrisia, è chiaro che l'operazione Tempesta è stata un'azione di pulizia etnica. Era questo l'obbiettivo di Tuđman: annientare le postazioni militari serbe e cacciare definitivamente i soldati superstiti dalla Croazia; la popolazione civile serba li avrebbe seguiti per non restare senza difese nelle città ormai riconquistate dai croati. Ma a questo si è arrivati dopo anni di pulizia etnica serba cominciata in Croazia a Vukovar nel 1991 e conclusa in Bosnia, a Srebrenica, nel luglio del 1995.
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