Riprendo un articolo da "Il Giornale" che ci ricorda che qualcuno in Italia è costretto ad una vita “sotto scorta”, soltanto per aver sostenuto il diritto delle donne musulmane all’emancipazione.
Eppure sembra che dal processo per l’omicidio di Hina Saalem e dalla successiva aggressione alla vicepresidente lombarda dell’Associazione donne marocchine in Italia, su queste vicende sia sceso il buio completo.
Forse gran parte della sinistra, occupata a proteggere gli interessi d’immigrati prepotenti e mascalzoni, preferirebbe che le voci libere come quella di Dounia Ettaib non fossero ascoltate.
Crediamo di comprenderne il motivo.
Dounia Ettaib come Ayaan Hirsi Ali?
Ricordiamo che la scrittrice olandese, condannata a morte con una Fatwa dopo l’assassinio del regista Theo van Gogh, subì una vergognosa campagna di delegittimazione anche all’interno del partito (di sinistra) in cui militava. Ciò la spinse a fuggire dall’Europa per cercare rifugio e autentica protezione negli Stati Uniti.
Siamo disposti ad accettare che ciò che è accaduto in Olanda si ripeta qui da noi?
da "Il Giornale"
Prima un’aggressione, poi un nastro con minacce registrate, ora un «avvertimento» portato fin dentro il suo ufficio. Sebbene viva sotto scorta, Dounia Ettaib può tranquillamente venir raggiunta comunque e dovunque, questo è il significato di un «avvertimento» che, in Sicilia, sarebbe stato qualificato come mafioso e avrebbe provocato marce di protesta, cortei e «giornate della legalità». Ma la scritta sotto la foto della vicepresidente lombarda dell’Associazione donne marocchine in Italia e della deputata Daniela Santanchè era in arabo: «Infedeli». Così, finirà con la solita alzata di spalle governativa. Filippo Penati, presidente della provincia di Milano, ha prontamente stigmatizzato il «segno di ignoranza e inciviltà», manifestando solidarietà con le due donne minacciate. A noi, vista la provenienza e stando all’esperienza, pareva un «segno» di morte. Noi, che abbiamo seguito con trepidazione la vicenda dei lavavetri fiorentini e la «svolta a destra» dei sindaci di sinistra, speravamo che la sinistra, misericordiosa e permissiva quand’era all’opposizione, una volta al potere avesse capito che la questione della sicurezza dei cittadini è anche una questione di voti, e che lasciare il cavallo di battaglia dell’ordine pubblico a Berlusconi può essere, anche più che le tasse, un suicidio politico. Ma forse ci siamo sbagliati, perché la sinistra ha molte anime. Da una parte se la piglia coi lavavetri, tanto per mostrare a chi l’ha mandata al potere di saper governare. Dall’altra, smantella la Bossi-Fini perché porta i nomi dei più odiati dal suo dna. E poi, se qualche «ignorante e incivile» decidesse di passare ai fatti, la Santanchè è deputato, sì, ma di An. Basterà qualche «ferma e vibrata protesta», e dopo qualche giorno si tornerà al trantran consueto. Naturalmente, si tratta di miopia bella e buona, della stessa risma di quella che così suona: coccoliamoci gli immigrati musulmani, che sono i più, ed avremo un nuovo proletariato che voterà per noi. Chi ci vede bene, invece, è proprio Dounia Ettaib, non a caso minacciata, che di quegli immigrati fa parte. La sua lotta per l’emancipazione delle donne musulmane è la messa in pratica dell’avvertimento che il celebre islamologo Samir Khalil Samir ha lanciato in un lungo articolo sull’agenzia AsiaNews: «Anche la visibilità esterna fa parte di un’azione di proselitismo: lo hijab, il chador rendono visibili le folle musulmane, mentre la scristianizzazione porta a cancellare tutti i segni religiosi cristiani. I simboli di appartenenza islamica hanno un significato politico evidente, oltre che un valore religioso per chi ne è convinto. Per questo motivo alcuni Paesi musulmani ed europei vietano negli uffici pubblici questi segni di affermazione identitaria islamista». Ma da noi una immigrata esemplare come la Ettaib si vede respingere dal giudice la richiesta del movimento da lei rappresentato di costituirsi parte civile nel caso dell’omicidio di Hina Saleem, la ragazza uccisa dai familiari perché voleva integrarsi. Davvero un bel segnale per quegli onesti che si sforzano di resistere alle sirene dell’integralismo: minacce, e serie, da un lato, cecità di politici e magistrati dall’altro. Come cantava Battiato, «rimettiamoci la maglia, i tempi stanno per cambiare».
Il Giornale del 5/09/2007
Su Hina Salem Qui e Qui.
13 comments:
Grazie per il passaggio sul mio blog. La sinistra è supina e prona all'islam perché intravvede attraverso la migrazione mussulmana, la possibilità di rimanere ancora in sella. E dato che sono numerosi, sono potenziali nuovi elettori nonché tessere sindacali. Le femministe sono le vivandiere dei partiti della sinistra. Per questo la Santanché si trova isolata, insieme a poche altre.
Sì, ma ricordiamoci che la Santanchè nel suo libro "La donna negata", dopo averci esposto tutte quelle atroci testimonianze, ci spiazza dicendo che è favorevole alla cittadinanza in 5 anni. Se questa è la coerenza di "una delle poche", stiamo messi bene.
Io non ho fatto alcuna fine, caro FOSCAr.
Purtroppo ci capisco ancora molto poco di questa piattaforma.
Ma il blog è gia qui!
;)
+nuovopatriota+
SPADA ALZATA!
Alè, benvenuto su Blogger. Qui stai certo che non ti censurerà nessuno.
La Santanchè favorevole alla cittadinanza in cinque anni?
Non lo sapevo.
Che tristezza!
Su Blogger non c'è modo di perdersi un post per strada, vengono automaticamente salvati nella sezione bozze.
Personalizza -Bacheca - gestisci POST.
Ho già visitato il blog, ci tornerò.
Ok... in buona parte è tutto a posto.
Una curiosità: non so se sia un effetto "visivo", ad ogni modo la bandierina del "contrassegna blog" mi rimane sempre rossa. Anche se la clicco varie volte, torna sempre rossa..
qualche idea?
grazie.
Spero tu stia scherzando. "Contrassegna Blog" significa segnalare a Blogger il contenuto inaccettabile del blog.
No. Non scherzo affatto.
Tuttavia non è esattamente come dici.
Per 'segnalare' devi procedere con varie finestre. Se ti fermi alla bandierina, la contrassegni per 'visione tua'.
Io dico solo che, per caso, avevo cliccato la bandierina. E non riuscivo a farla tornare blu.
Poi, uscendo da firefox e rientrando, tutto pare tornato nella norma e la bandierina è blu.
Ecco qua cosa dice il regolamento:
Ecco come funziona:
Quando una persona che visita un blog fa clic sul pulsante "Contrassegnare?" in Blogger Navbar, ciò indica che ritiene che il contenuto del blog potrebbe risultare offensivo o illegale. Monitoriamo le volte in cui un blog viene contrassegnato come opinabile per determinare le eventuali azioni da intraprendere. Questa funzione consente all'intera comunità dei blog di identificare i contenuti che considerano opinabili. Hai letto The Wisdom of Crowds(La saggezza delle folle)? Si tratta di qualcosa di simile.
Caso speciale per argomenti che promuovono l'odio
Quando la comunità ha votato e gli argomenti che promuovono l'odio vengono identificati in Blog*Spot, Google può esercitare il diritto di inserire una pagina di Avviso sul contento all'inizio del blog e impostarlo come "non in elenco".
Nota: gli utenti possono fare clic sul pulsante "Non contrassegnare" se cambiano opinione.
In pratica ho pigiato una volta. Ma seguitava a tornare rosso da solo.
Ma, in ogni caso, una volta è nulla a confronto di quelle che verranno..
;)
Sarà certo così. Inoltre non penso che Blogger tenga conto di chi "contrassegna" il proprio blog.
Eliminerò un pò dei commenti postati di recente, in quanto non più utili e decisamente OT del post.
Saluti
Ok. Una nuova domanda:
come si tengono le fila con altri blogger?
ovvero, sulla piattaforma sinistroide c'è una sorta di lista blog e blogger nell'editor.
Qui esiste una lista comoda del genere?
+nuovopatriota+
lea:
Riguardo la cittadinanza in 5 anni cui sarebbe favorevole la Santanchè;
se è vera la notizia, e detta da te non ho motivo di dubitarne, credo ci siano sotto interessi di partitocrazia o particolari costrizioni esterne alla sua volontà.
Non vedo altre ragioni plausibili.
Per quanto anche la mia idea non serva a migliorare il termine legittimo 'tristezza' espresso da fosca.
+nuovopatriota+
a pagina 95:
"In questa prospettiva, quella della concessione del diritto di voto agli immigrati nelle elezioni nelle elezioni amministrative è una proposta coraggiosa, che va nella direzione giusta e ci pone all'avanguardia in Europa: superando timori e diffidenze, sette italiani su dieci, così dicono i sondaggi, lo hanno capito e dichiarano di condividerla. [...] In questa stessa prospettiva si colloca il dibattito, appena aperto, sulla necessità di rivedere regole e criteri del diritto di cittadinanza. Soprattutto agli immigrati di seconda generazione che nascono e crescono nel nostro paese, dovremo dare la possibilità di diventare cittadini italiani a tutti gli effetti, in tempi più rapidi dei dodici, tredici anni contemplati dall'attuale legislazione. Una legislazione restrittiva, legata a un passato in cui gli stranieri residenti stabilmente nel nostro paese erano pochi, per lo più inglesi, svizzeri e americani, e con poca o nessuna ambizione di diventare cittadini italiani. La situazione ormai è molto diversa. Tra il 1990 e il 2005, gli islamici residenti in Italia sono aumentati del 67% e rappresentano ormai il 3% dell'intera popolazione del paese. Non si può pensare alla crazione di una comunità islamica integrata, senza cominciare a preoccuparsi di offrire loro l'opportunità di entrare a far parte, in tempi ragionevoli, della società in cui sono nati, cresciuti e vivono."
Rettifico quindi il mio precedente commento: nel suo libro non parla della cittadinanza in 5 anni "esplicitamente", ma lo fa capire...
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