Parigi ha dato il via libera all'azione militare contro le forze armate di Gheddafi per applicare la risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza dell'ONU, che autorizza "la creazione di una zona di interdizione al volo e di ogni altra misura atta a proteggere la popolazione civile". I jet francesi già nel pomeriggio di ieri hanno dato inizio all'attacco distruggendo alcuni veicoli blindati ed un aereo delle forze aeree fedeli al colonnello. C'è stato un bombardamento con missili Cruise su Tripoli lanciati da 25 fra navi da guerra e sottomarini dislocati nel Mediterraneo.
Le operazioni sono attualmente in corso.
Dopo i bombardamenti francesi, uno speaker della TV di Stato ha annunciato: “Siamo vittime di una nuova crociata da parte dei francesi e del loro presidente, il noto ebreo sionista Sarkozy. Stiamo vivendo un nuovo Iraq come avvenuto nel 2003. Bengasi è stata bombardata. Il complotto contro di noi è evidente. In questa città devono finire le divisioni e dobbiamo ritornare uniti”.
Mentre il premio Nobel per la Pace Obama Barrak Hussein schiera alcune navi della sua flotta di fronte alle coste libiche, il Presidente della Repubblica italiana Napolitano conferma la volontà dell'Italia di schierarsi con gli oppressi, con la popolazione inerme e per il nuovo "Risorgimento arabo".
E' iniziata l'operazione "Odissea dell'alba".
Da giorni si parla soltanto dell'aggressione delle forze fedeli a Gheddafi contro i civili e delle azioni di guerra contro gli insorti che pare posseggano a malapena delle vecchie armi leggere per contrastare i blindati, i MIG ed i mercenari del Rais.
Tuttavia sembra che questi "ribelli male armati" siano dei formidabili guerrieri perché hanno conquistato una dozzina di città e riescono a tener testa alle truppe del rais.
Poi se ci mettiamo di buzzo buono e spulciamo la stampa internazionale leggiamo ad esempio che "da alcuni giorni" il nuovo governo egiziano , con il beneplacito dell'amministrazione americana, sta rifornendo di armi , "perlopiù armi leggere e munizioni" il fronte dei ribelli. Inoltre agli insorti giungono "pezzi di ricambio" per i carrarmati e per gli aerei da combattimento (ieri mattina un MIG dei ribelli è stato abbattuto dalla contraerea di Gheddafi).
Insomma, pare che i ribelli non siano poi tanto male armati.
Inoltre sembrano anche ben organizzati, tanto da ricevere il plauso di Al Qaeda che, per bocca di uno dei suoi comandanti, il libico Abu Yahya al-Libi, incita gli insorti "a continuare la propria rivoluzione senza esitazione o paura nel far sprofondare Gheddafi negli abissi".
Diciamo che fino all'altro giorno ci sono giunte le cronache "romanzate" della guerra civile in Libia e queste avevano lo scopo di preparare l'opinione pubblica ad accettare ciò che è avvenuto ieri cioè l'attacco delle forze della coalizione.
E' chiaro per chi mi sta leggendo che la piega che hanno preso gli eventi in Nord Africa non ha la mia totale adesione. Parrebbe quasi che io stia prendendo le parti del rais libico, ma non è così. Volentieri vorrei vedere Gheddafi penzolare da una forca*, ma da quando ha preso il via in Algeria il"Risorgimento arabo", come lo chiama il presidente Napolitano, ho la sensazione che tutto stia accelerando, ma non nella giusta direzione.
La domanda che sorge spontanea è: che succederà poi?
Certo è che se i Fratelli Musulmani e Al Qaeda esultano per quei Paesi che hanno abbattuto o stanno per abbattere i loro governi, gli interventisti dell'ultima ora - compreso il presidente Napolitano - dovrebbero cominciare a porsi dei dubbi, magari perché domani il futuro della regione medio-orientale sarà ancora più incerto e preoccupante. Sicuramente da subito lo sarà per Israele, l'unico avamposto della Ragione e dell'Occidente in quell'area. Certamente Israele ha cominciato a preoccuparsi quando la Comunità Internazionale, con Barack Hussein Obama in testa, ha "scaricato" il suo unico alleato il Presidente Mubarak, il capo di stato egiziano che è riuscito a mantenere la pace in Medio Oriente almeno fino alla sua resa avvenuta qualche settimana fa.
Tutti i leader arabi caduti e quelli che cadranno, compreso il ridicolo Gheddafi, sebbene con "parecchi distinguo", hanno combattuto e frenato gli islamisti. Ora questi ultimi sono liberi di organizzarsi e di occupare fisicamente ed intellettualmente i "territori liberati dai sanguinari dittatori". Tutto ciò grazie anche ai Barrack Hussein Obama di tutto il mondo occidentale. A questo proposito occorre aggiungere che Daniel Pipes nel suo ultimo articolo ritiene invece che probabilmente l'intervento in Libia degli Stati Uniti appoggiati dall'Onu, dalla Nato ecc. ecc, potrebbe allontanare il pericolo che gli insorti rivolgano la loro l'attenzione agli islamisti per la leadership del Paese (mi chiedo per quanto tempo).
Per una volta mi trovo in disaccordo con Pipes perché ritengo che se siamo obbligati ad agire, lo stiamo facendo nella direzione sbagliata, opposta, contraria agli interessi dell'Occidente.
Mi ripeto, l'intervento militare occidentale oggi e l'appoggio agli insorti egiziani, algerini e tunisini a gennaio sicuramente hanno accelerato quel processo che era probabilmente irreversibile e che a mio avviso cambierà il destino del Medio Oriente e dell'Europa.
Forse le Guerre Civili sono ora più vicine e magari non è questo il male assoluto.
*D'altra parte l'amicizia di Berlusconi per il maomettano (come per il nazional-bolscevico e eurasiatista Putin) ha ridimensionato di molto la stima che avevo per il Premier: diciamo che continuo ad appoggiarlo soltanto perché è la vittima continua di quella parte di magistratura golpista che intende decidere come governare l'Italia senza chiederlo agli italiani.
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