Thursday, May 28, 2009

Missili su Gorizia e Trieste



Basta, non ce la faccio più. Possibile che a nessuno importi di noi?
Viviamo in una situazione impossibile da anni. Sono mesi che il lancio di missili dalla Slovenia si è intensificato.
Ormai fatico a distinguere persino il giorno dalla notte. È più il tempo che passo nel bunker che all’esterno o a casa mia, se ancora può definirsi tale. Sono talmente stufa di aggiustare i vetri delle finestre che vanno i mille pericolosi pezzi ad ogni esplosione che li ho sostituiti con dei teli di plastica, che fanno passare la bora che è un piacere.
Ho freddo, ho fame, ho paura. Ma è vita questa?
Non riusciamo più a lavorare, la nostra economia si sta esaurendo, i nostri figli non vanno più a scuola, non ho il coraggio di uscire a far la spesa e mi nutro di scatolette, non mi ricordo neppure più cosa significhi avere una vita sociale.
Non sono forse anch’io degna di vivere la mia esistenza?

Pace? Siamo noi che non abbiamo più pace da quando la Russia ha deciso di assecondare i sogni annessionistici degli sloveni. Continuano a rifornirli di missili, ormai si è perso il conto delle migliaia che ci hanno lanciato.
Come fanno a non capire che li stanno solo sfruttando come carne da macello per i sogni imperialistici di Putin, deciso a usarci come pretesto per far scoppiare la terza guerra mondiale?
Come fa a non capirlo il resto del mondo?
Dobbiamo essere i soli a difenderci da una minaccia così aperta per l’intero Occidente?
Ma cos’è ormai l’Occidente se non una manica di rammolliti? Ci stanno conquistando, esattamente come i barbari conquistarono l’impero romano, senza che neppure i romani se ne accorgessero.
Tutti buoni solo a chiacchierare presi nelle loro utopie politicamente corrette non vedono che la guerra è contro tutti, non solo contro l’Italia.

Io capisco che in Slovenia si viva male, ma non è colpa mia.
Ormai siamo divisi da 60 anni e trovo assurde queste continue rivendicazioni, totalmente anacronistiche.
Lo so che Gorizia e Trieste in passato sono state slovene, o meglio austro-ungariche, ma se è per questo anche Fiume è stata italiana, così come l’Istria. E quindi?
Se ogni nazione al mondo dovesse rivendicare il territorio dei confinanti perché in passato faceva parte del proprio vivremmo in un perenne stato di conflitto.
Quando si finirebbe? Quanto indietro nel tempo si potrebbe andare? Ben venga! Torniamo ai confini dell’impero romano, allora, e non se ne parli più.

Ma non ha nessun senso. Significherebbe solo la guerra continua fino al totale annientamento di tutto il genere umano, perché ci sarà sempre qualcuno pronto a rivendicare il pezzetto di terra del vicino.
Siamo animali bellicosi, portati istintivamente a cercare protezione all’interno di un territorio, ma siamo anche consapevoli, forse meno degli animali veri, che una volta definiti i confini è nell’interesse di tutti rispettare il territorio altrui.
Territorio che non è e non potrà mai essere immutabile nei secoli, perché purtroppo legato alle brame di conquista di altri animali, da cui inevitabilmente ci si deve difendere, come stiamo cercando di fare noi.

Ebbene, ora mi chiedo a che caspita servono gli armistizi, i trattati di pace, le risoluzioni di quell’ente inutile chiamato ONU se non abbiamo il diritto di difendere il nostro territorio?
Il diritto internazionale non è stato creato proprio per regolamentare i rapporti tra Stati?
Se l’ONU se ne frega di noi, se il mondo ci odia, se siamo considerati un popolo indegno di essere nazione, chi ci deve proteggere?
Dobbiamo forse suicidarci in massa per togliere il disturbo?
O dobbiamo lasciare che siano i nostri confinanti slavi a sterminarci tutti per spartirsi le nostre spoglie?

Da qualche giorno finalmente il nostro governo ha deciso di difenderci, di reagire all’aggressione continua, alla pioggia di missili che ci sta distruggendo, ed ha contrattaccato.
Lo so che la guerra è una brutta bestia e mi spiace sinceramente per i morti che provocherà, ma non avevamo altra scelta.
Non è una guerra di attacco quella che stiamo muovendo, ma di difesa della nostra sopravvivenza.
Siamo tutti italiani, per quanto siamo una nazione relativamente giovane il territorio su cui viviamo è nostro, ce lo siamo conquistato con il sangue dei nostri padri.
Per questo la nostra Patria è sacra ed inviolabile esattamente come lo sono tutte le altre nazioni del mondo.
Forse qualche nostro avo ha sbagliato, forse non sarà stato giusto togliere Gorizia e Trieste al controllo di Tito, forse molti goriziani e triestini di origine slovena avrebbero preferito vivere sotto quel simpatico regime, ma la storia è andata così e oggi noi siamo italiani, punto e basta.
E come tutti gli italiani abbiamo diritto di vivere e di essere lasciati in pace.

Non è colpa mia se a Nova Gorica patiscono la fame. Non li ho votati io i loro capi che si sono intascati i miliardi di aiuti umanitari mandati da tutto il mondo o li hanno sprecati in armamenti.
Quando la comunità internazionale ha deciso la suddivisione delle nostre terre, avevamo tutti due scelte: accettarla e costruire il nostro futuro, oppure rifiutarla e continuare a combattere per un passato ormai sepolto.
Abbiamo sbagliato noi ad accettarla o gli sloveni a rifiutarla?
Cosa hanno ottenuto? Solo guerra, fame e disperazione.

Ecco, quello che più mi fa imbestialire sono quelli che non sanno niente di noi, che non provano neppure a mettersi nei nostri panni e continuano ad accusarci di essere i responsabili di una guerra in cui ci stiamo solo difendendo.
Si sono mai chiesti i benpensanti cosa dovrebbe fare la Francia se la Germania le lanciasse missili per riprendersi l’Alsazia e la Lorena?
Gli Stati Uniti dovrebbero forse accettare passivamente la rivendicazione armata dell’Alaska da parte della Russia?
È forse giusto che il Libano accetti finalmente di tornare sotto la Grande Siria?
Abbiamo, quindi, noi italiani il diritto di attaccare la Francia per riprenderci Nizza?

Facile riempirsi la bocca di pace davanti al telegiornale seduti al calduccio nella propria poltrona.
Con tutto il rispetto, poi, io capisco che il Papa faccia il suo mestiere e non ho niente di personale contro Benedetto XVI, ma è emblematico che appena abbiamo reagito all’attacco della Slovenia, abbia rinviato a data da destinarsi la visita che aveva programmato di fare quest’anno a Trieste.
Ma proprio perché fa il suo mestiere sarebbe decisamente un gesto grandioso e davvero emblematico se venisse a raccontarcelo sul campo cosa significa la pace e con lui tutto lo stuolo di cardinali che sparano giudizi a vanvera senza aver acceso il cervello

Venite a trovarci nei nostri bunker a Gorizia e poi ne discutiamo... tra una sirena e un’esplosione.

Baci Ba

Questo stupendo post di Barbaradi è' dello scorso gennaio, quando, ricorderete, un Paese a me molto caro era finalmente impegnato in una dura azione di risposta agli incessanti attacchi del terrorismo fondamentalista.
Consiglio di leggere direttamente sul blog anche i commenti al post. Sono esilaranti. E vi accorgerete che ben più di un "boccalone" era caduto nell'inganno.
Sarà perché il nostro Friuli pare così lontano dal resto dell'Italia?
Brava Barbara.

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