Tuesday, March 25, 2008

Rifiutano di giocare con Israele, scoppia il caso

La nazionale giovanile della Tunisia diserta la semifinale contro i pari età ebrei per motivi politici: partita persa a tavolino

«Con loro noi non giochiamo. Punto e basta». Gli intrighi della politica internazionale hanno fatto irruzione in una tranquilla domenica nel Memorial Ferruccio Cornacchia. La semifinale della competizione di pallavolo Under 19, giunta all'edizione numero 26 e con 32 squadre (tra maschili e femminili) impegnate per tre giorni in 9 palazzetti del Friuli Occidentale, era in programma nel pomeriggio pasquale al Forum di Pordenone. Di fronte, dopo un lungo cammino partito dalle fasi di qualificazione, le nazionali dei diciannovenni di Tunisia e Israele. Ed ecco il colpo di scena. Il capo della delegazione nordafricana avvicina il patron della competizione giovanile, Tiziano Cornacchia, e lo informa della novità. Senza appello. «Per noi niente partita», dice il tunisino, utilizzando un buon italiano. C'è un momento di gelo. Poi Cornacchia chiede lumi. Scopre che a Kamel Rkata, il signore citato, è appena arrivata (via cellulare) una telefonata dal ministero dello Sport del suo Paese. È stato vietato «tassativamente» al suo sestetto di sfidare i coetanei giunti da Tel Aviv. «Un ordine giunto dall'alto, direttamente da Tunisi - commenta a freddo lo stesso Tiziano Cornacchia, che oltre a organizzare materialmente il torneo, guida da dirigente la Polisportiva San Giorgio di Porcia - In 26 anni non mi era mai successa una cosa del genere. Questi "politicanti da quattro soldi" dovrebbero vergognarsi. Ho visto alcuni ragazzi tunisini piangere a dirotto, perché è stato detto loro che non avrebbero potuto giocare. Qui le diversità di vedute religiose non c'entrano nulla. Ciò che è accaduto rappresenta non soltanto la negazione dell'etica sportiva, ma anche un affronto alla città di Pordenone, alle sue autorità e alla sua ospitalità». Comunque non c'è più niente da fare, se non sancire la "promozione" alla finalissima della Selezione d'Israele contro la Nazionale italiana prejuniores di Barbiero, che poi vincerà con un secco 3-0. E i nordafricani? «A norma di regolamento - puntualizza il patron - oltre a subire la sconfitta per 3-0 avrebbero dovuto essere subito esclusi dalla manifestazione. In realtà, per non penalizzarli eccessivamente, il nostro comitato ha deciso di far loro disputare la sfida per il terzo posto a Claut contro la Sisley di Treviso». Un match poi onorato dai maghrebini, capaci d'imporsi (3-2) su uno dei vivai migliori d'Italia. «Noi avremmo voluto scendere in lizza - racconta a fine torneo Rkata - ma abbiamo ricevuto una telefonata molto chiara. Mi dispiace per i ragazzi, alcuni dei quali si sono messi a piangere, e per i nostri connazionali immigrati in Friuli, che erano venuti a incitarci dalle tribune. Sono stupito io stesso. Posso soltanto aggiungere che non era possibile fare altrimenti. Adesso penseremo alla Coppa del nostro continente». Per la cronaca, nel 2009 i tunisini (campioni nel 2007) non ci saranno più. Resta una piccola nota di consolazione. Il nordafricano Berber Bilel è stato premiato come miglior libero della competizione e l'israeliano Viacheslav Brekel come centrale più forte. Sul palco, almeno, i due ragazzi si sono stretti la mano. «Peccato - è il congedo di Cornacchia - che le oscure ragioni della politica ci abbiano impedito di ammirare anche il confronto pallavolistico fra due scuole di volley che sono e restano tra le migliori del mondo. Mi auguro soltanto che da questa vicenda si possa trarre una lezione utile». Magari pensando alle Olimpiadi di Pechino.
Pier Paolo Simonato
Il Gazzettino.

Non servirebbe aggiungere altro, eccetto che personalmente ritengo vergognosa la decisione del comitato organizzatore di NON allontanare definitivamente la squadra tunisina dalla manifestazione.
Come al solito, anche noi ci siamo piegati ai diktat degli islamici.
E non mi si venga a dire che gli atleti magrebini non avrebbero meritato l'esclusione poiché erano in disaccordo con la decisione dei loro inetti governanti.

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